Viviamo sospinti di continuo tra forze contrapposte che ci muovono da uno stato di quiete ad uno di violenza, dalla palpitazione alla calma piatta.
Io lo so bene.
Eccomi allora, ogni mattina, indosso la mia lucente armatura, e inforco la strada della battaglia.
Mi sono alzata alle tre stanotte e non ho più dormito…
ansia? preoccupazioni? quel fritto di calamaretti che sapevo di non dover ordinare?
Niente. Il vuoto. L’assenza totale di pensieri, encefalogramma piatto, solo la certezza di ascoltare il ticchettio della sveglia per altre quattro ore.
È una delle sensazioni più brutte che mi trovo a provare, l’inutilità assoluta, l’inesorabilità di un tempo che scorre vano. Decido di cambiare modulo e mi porto nell’area tisane, camomille, infusi e intrugli del genere. Ogni gesto è epico, ogni movimento al rallenty, così mi resta meno tempo …a far niente.
Mi viene in mente che è un buon momento per una bella maschera nutriente per il viso, anche la signora dell’erboristeria me lo diceva … “signora, la applichi quando non è di fretta, si prenda del tempo”, si si, ok, allora potrei abbinare una ripassata allo smalto dei piedi, e, già che ci sono, ci sarebbe la lavatrice da svuotare. Allora, stendo la maschera e nel frattempo metto la tazza con l’acqua nel microonde, così faccio prima…. Preparo la bustina con camomilla e melissa, oppure quella col finocchio così ne approfitto e penso anche al mio fegato che sta bestemmiando con i gamberetti. Corro in bagno e controllo il tempo, mancano tre minuti prima della cementificazione del mio viso e potrei riuscire a calare la bustina e dare una mano di smalto. Si, si, ce la posso fare.
Già che ci sono preparo la tavola per la colazione così tra due ore e venti si fa prima a prepararsi…si, si giusto così. Fammi controllare se la mia storia ha avuto i likes che mi aspettavo, solo qualche minuto perché poi vado a stendere il bucato. L’orologio a muro della cucina mi ricorda che ho ancora un’ora e mezza di profondo niente davanti a me, novanta minuti di nulla, di totale assenza di vita.
Mio malgrado mi decido e mi trascino al piano di sopra, senza svegliare nessuno, perché sarebbe davvero una tragedia che tutta la famiglia cadesse nell’oblio delle prossime due ore! Puzzo di smalto e acetone, un pezzo di maschera mi penzola dall’orecchio e la lingua ustionata dalla bevanda bollente mi pulsa tra le gengive.
Come un ectoplasma fluttuo ai piedi del letto e raggiungo la mia sponda.
Brava! Mi faccio un applauso tutto interno perché non voglio svegliare nessuno, guai!
Sono riuscita a fare un sacco di cose e mi avanza ancora tempo… ecco arriva.
Eccola, quella appagante sensazione che parte dal tepore delle coperte, sale sale e si posa sulla mia coscienza, non ho sprecato una sola ora!
Sono stata proprio una GUERRIERA, ne porto ancora i segni addosso! Altro ché il nulla, l’oblio, l’assenza, no, al contrario, ho portato a casa la mia battaglia, e domani, anzi oggi, non vedo l’ora di raccontare in ufficio le mie gesta eroiche nella valle dell’oblio…
e mi resta ancora del tempo…
SONO LE ORE SEI E TRENTA.
Non sono molto presente a me stessa perché nel frattempo, inebriata dalle mie proficue scorribande, ho ceduto e sono caduta nel sonno più profondo, quello che non auguri nemmeno al peggior nemico quando hai sono un’ora e mezza prima della sveglia.
Il tonfo nella mia testa del pensiero terrificante di indugiare mi sposta, muove le stanche membra…l’eroina che alberga in me sta risorgendo, come l’araba fenice.
Con gesto di sfida tolgo con cattiveria l’ultimo brandello di maschera puzzolente dalla guancia, indosso la mia lucente armatura e via, per mille avventure, perché, in fondo, non ci si arrende mai.
COMUNQUE HO DECISO, DA DOMANI, ANZI, DA STANOTTE, CAMBIO STRATEGIA.